Come presentarsi ad un cane Rhodesian? Come tutti i cani importanti, anche il Ridgeback ha un carattere estremamente calmo, equilibrato, tranquillo: purché, naturalmente, il suo riferimento umano non decida altrimenti (non esistono cani pericolosi: esistono uomini pericolosi che rendono tali i loro cani). La sera del nostro arrivo, mentre eravamo seduti a tavola, Argo è venuto ad accucciarsi ai miei piedi, con mio grande piacere e con qualche meraviglia del padrone di casa,

Vittorio: il Ridgeback infatti è un cane molto riservato, e Vittorio non aveva mai assistito ad un episodio del genere, tantopiù con uno sconosciuto. Confesso di aver provato un certo orgoglio: ma in realtà chiunque può riuscirci se segue alcune regole elementari. Per presentarsi ad un cane che non conosciamo, e che non ci conosce, è infatti necessario adottare un codice di comportamento che appaia al cane immediatamente riconoscibile. Vediamo come.

Il prerequisito di ogni incontro è, naturalmente, non avere paura. Il cane percepisce la nostra adrenalina e diventa subito sospettoso, perché una condizione di paura può preludere ad un’aggressione fisica: e la risposta, a seconda della soglia di reazione agli stimoli esterni, può arrivare facilmente al ringhio e, qualche volta, all’attacco preventivo.

Se fossimo un cane, ci butteremmo a terra immobili offrendo il collo e la pancia, cioè le nostre parti più vulnerabili, per rassicurarlo e comunicargli che non abbiamo intenzioni offensive: verremmo annusati per bene e poi, con ogni probabilità, ignorati. Non so se questa procedura può funzionare anche con un umano: nel dubbio, se avete paura dei cani non avvicinatevi ad un cane sconosciuto.

Non soltanto non bisogna avere paura, però: bisogna anche essere molto calmi, sereni e sicuri di sé. Il cane in questo modo capisce che non costituiamo una minaccia, che non abbiamo nessun timore, e soprattutto che esercitiamo una leadership naturale. Questo punto è molto importante: i cani sono attentissimi al linguaggio del corpo, che capiscono molto meglio delle parole. Una lenta camminata di avvicinamento alla Sylvester Stallone, per quanto ridicola possa apparire a noi, è perfetta per spiegare al cane che il nostro rango nel branco è molto elevato, e che dunque meritiamo rispetto e fiducia.


Per rafforzare questa immagine e definire meglio i nostri rapporti con lui, dobbiamo ignorare il cane. Proprio così: anziché avvicinarci troppo a lui o, addirittura, riempirlo di coccole (con il pericolo di scatenare una reazione indesiderata, soprattutto se ci viene in mente di carezzarlo sulla testa, cioè – nel linguaggio dei cani – di imporgli fisicamente la nostra superiorità), è bene tenersi a distanza, disinteressarsi del tutto a lui e aspettare che sia il cane ad avvicinarsi: cosa che invariabilmente farà.

Se ci pensate, anche tra noi umani le cose non stanno troppo diversamente: provate ad entrare in una stanza affollata e a percorrerla senza guardare nessuno negli occhi, e tutti si volteranno a osservarvi; se invece fissate più o meno insistentemente gli altri, si gireranno dall’altra parte.

Come presentarsi ad un cane, la mia esperienza


Ho dunque fatto la mia breve camminata alla Rambo, mi sono fermato ad un metro da Argo senza guardarlo, e subito lui ha cominciato ad annusarmi: è il modo in cui i cani fanno conoscenza con il prossimo. Vivendo con tre di loro, il mio odore credo sia piuttosto piacevole, e comunque familiare: e questo, naturalmente, è un vantaggio in più. Terminata l’esplorazione olfattiva, Argo si è allontanato soddisfatto e io ho continuato ad ignorarlo. Quando è tornato – i cani tornano sempre, perché sono animali curiosi e socievoli – l’ho carezzato sul fianco (insisto: mai sulla testa!) senza trattenerlo. La sera, come dicevo, è venuto a sdraiarsi proprio ai miei piedi, e lì è rimasto per una mezz’oretta.

Anche nei giorni successivi ho sempre aspettato che fosse Argo a prendere l’iniziativa, fino a che non è salito di sua volontà sul lettino dove stavo poltrendo per dividere con me lo spazio e regalarmi un momento di intimità che non dimenticherò. Comunicare con un cane è un’esperienza straordinaria: ma è anche straordinariamente facile. E sono molto curioso delle reazioni di Argo quando ci rivedremo – spero molto presto, perché è un cane davvero magnifico.

Fonte: Corsera

di Fabrizio Rondolino – Dal Corriere della Sera del 12 settembre 2020

Mi occupo di strategie della comunicazione e storia della comunicazione dal 1992. Solo chi è autonomo può progettare autonomia, organizzarla e crearla.