SE C’È UN CANE NELLA VOSTRA VITA, POSSEDETE UN TESORO

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Chi ha un cane nella propria vita, possiede un vero e proprio tesoro. Questa è una frase che sorprenderà ben pochi, soprattutto se conoscete la dolce compagnia di questi angeli a quattro zampe e vi siete spesso circondati della magia di questi incredibili animali.

I cani sono in grado di donare un affetto intenso e davvero unico. Diventano parte della nostra famiglia, sono eterni bambini dall’incredibile saggezza e immensa intelligenza emotiva. Finiscono per diventare i più grandi esperti delle nostre abitudini, dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri. Sono loro a conoscere meglio, e a meritarsi di più, i nostri sorrisi.

A loro basta uno sguardo per decifrare il nostro stato d’animo, ci accompagnano, ci fanno divertire e ci fanno sentire speciali, unici e fondamentali. In questo modo, con quelle regole di proprietà tutte loro (hanno diritto a tutto) e i loro occhioni supplichevoli ottengono da noi ciò che ci eravamo ripromessi di non concedere mai (come, per esempio, dormire nel nostro letto).

Le regole del cane per il proprio padrone

Quando si convive con un cane, alcune regole sono indiscutibili. È proprio così, possiamo dire che i nostri animali ci educano, ci addomesticano o ci addestrano, comunque vogliate definirlo. Sono loro a stabilire i principi della convivenza e la “battaglia” per i propri diritti finisce per diventare una semplice lotta tenera e divertente.

Così, non possiamo impedirci di sorridere quando li scoviamo con le loro sorprendenti regole da teneri dittatori di casa. Vediamone alcune:

Regola n° 1: Devi farmi provare qualsiasi cosa mangi.

Regola n° 2: Non puoi mai, in nessuna circostanza, chiamarmi per rinchiudermi nel bagno.

Regola n° 3: Non puoi mai andare in bagno da solo.

Regola n° 4: Non puoi dirmi di stare zitto quando abbaio, ho le mie ragioni. Là fuori sta succedendo qualcosa!

Regola n° 5: Posso addormentarmi in qualsiasi angolo della casa e preferibilmente dove ti sono più di intralcio.

Regola n° 6: Non puoi entrare in casa portando addosso l’odore di altri cani e pensare che non ci saranno conseguenze.

Regola n° 7: Devi farmi uscire ogni volta che te lo chiedo, anche se sono appena rientrato. In fondo, devo assicurarmi di aver odorato tutto nel modo giusto.

Regola n° 8: Hai il permesso di dormire nel letto, ma non c’è bisogno che mi sposti. La cosa migliore è che tu ti metta in un angolino e che non mi dia fastidio.

Regola n° 9: Se cade sul pavimento è MIO! Ti guarderò male se ti fai avanti e non mi permetti di raccoglierlo.

Regola n° 10: Non pensare di poter uscire da una stanza senza di me.

La ricchezza emotiva di condividere la propria vita con un animale

Che si tratti di un cane, di un gatto o di un coniglio, condividere la propria vita con un animale è una vera e propria benedizione, perché ci insegna ad essere rispettosi, ad amare e ad organizzare la nostra vita in modo diverso. Ci sono molte persone che pensano che avere un animale sia limitante perché, per esempio, non possono portarlo ovunque quando vanno in vacanza e ci sono molte altre necessità da prendere in considerazione.

Tuttavia, chi ha un cane o un qualsiasi altro animale, lo considera parte della famiglia e il loro amore compensa tutti quei “piccoli inconvenienti”. È vero che se non condividessimo la nostra vita con loro, il nostro portafoglio sarebbe un po’ meno vuoto, ma il nostro cuore non sarebbe così colmo.

Ciò che gli animali ci donano dal punto di vista emotivo e fisico rappresenta un tesoro enorme che non può essere paragonato a tutto l’oro del mondo. Per questo motivo, imparare cosa significhi avere un animale, capire come amarlo e permettergli di completare la nostra famiglia è un’opportunità che, nella vita, nessuno dovrebbe lasciarsi scappare.

Certo, però, c’è sempre bisogno di consapevolezza e rispetto, perché, come sanno tutti gli amanti degli animali, prendersi cura e amare un amico a quattro zampe è una responsabilità che non può essere ignorata e che ci offre la possibilità di acquisire grandi conoscenze in diversi ambiti della vita.

Perché, in fondo, la maggior ricchezza che ci viene donata dalla loro compagnia è quella emotiva, che non può essere paragonata a niente e che ci rende incredibilmente felici. Questo è il nostro tesoro più grande

Fonte: La mente é meravigliosa

LA LORO VITA CON NOI: IL TUTTO. LA NOSTRA VITA CON LORO: UN PERIODO.

Per noi di Masai Mara Kennel le storie sono importanti, aiutano, se condivise, a stare insieme, a fare comunità. Noi alleviamo amatorialmente Rhodesian Ridgeback: per farli conoscere e per farne apprezzare le qualità. Ma non importa di che razza è il cane, ogni peloso e ogni storia emoziona a modo suo e questa penso, ci emozioni a tutti.

Buona lettura, 2 minuti!

La vita coi cani è strana. Diventerai, senza che nessuno te lo insegni o ti spieghi come farlo, il capo branco di un cane che sarà pronto a qualunque cosa per te non appena saprà riconoscere il tuo odore e la tua voce.

La vita coi cani è misteriosa. Sarai spiato da un Grande Fratello peloso che non perderà nessun tuo movimento, specialmente quando capirà dove sono la cucina ed il recipiente dei biscotti.

La vita coi cani è crescere. Non puoi farci niente, non puoi fermare il tempo perché quel cucciolo che hai tenuto in braccio crescerà troppo velocemente, per diventare il grande amico che ti vorrà accompagnare ovunque andrai. I cuccioli durano troppo poco.

La vita coi cani è confronto. Avrai sempre uno sguardo con il quale misurarti, affogherai senza poterti salvare nelle profondità inimmaginabili degli occhi di un cane. Dove la gente crede che non ci sia un’anima.

La vita coi cani è sincera. Non avrai bisogno di raccontar loro una bugia o delle storie inventate perché tanto, qualunque cosa tu dica loro, i cani la sanno. Sempre.

La vita coi cani è scomoda. Ti ritroverai una sera d’inverno, con la tramontana che ti graffia il viso ed il gelo che ti arriva alle ossa, a passeggiare da solo con il tuo cane che corre e scodinzola felice, incurante del vento che gli arruffa il pelo e del caldo che avete lasciato in casa.

La vita coi cani è buffa. Parlerai con un essere che non ti potrà mai rispondere e che però ascolterà ogni tua parola, con così tanta attenzione ed interesse che non ritroverai in nessun altro uomo o donna al mondo.

La vita coi cani è ritorno a casa. Nessuno come il tuo cane sarà felice di vederti ogni volta che spunterai dalla porta dalla quale ti ha visto andar via; imparerà i tuoi orari, riconoscerà il tuo passo e sarà lì ad aspettarti, anche quando sarà vecchio e stanco, saltando di gioia come se non ti vedesse da un mese.

Anche se sei uscito per comprare il giornale.

La vita coi cani è rinuncia. Perderai a poco poco quella porzione di divano su cui stavi tanto comodo, dove ti godevi il riposo ed il meritato relax dopo giornate faticose e noiose. E la cosa bella sarà che non ti dispiacerà affatto.

La vita coi cani è comunione. Dividerai il tuo ultimo boccone con il tuo cane, perché non potrai resistere al suo sguardo implorante che hai incrociato purtroppo per te mentre stavi cenando.

La vita coi cani è insegnamento . Sono loro che ti mostreranno, semplicemente correndo in un prato o sulla riva del mare, la bellezza di una giornata di sole e l’importanza di stupirsi -ogni volta- davanti alle cose semplici.

La vita coi cani è amore. Quello che proverai ad emulare, che proverai a restituire al tuo cane senza però riuscirci. Ma cimentarti in questa prova sarà una delle tue imprese più entusiasmanti.

La vita coi cani è un viaggio. Nessun sentiero di montagna ti sembrerà lo stesso dopo che lo avrai percorso insieme al tuo cane: ricorderai profumi, odori e colori del bosco che prima non avevi sentito o visto; proprio come succederà per il tratto di vita che farete insieme.

La vita coi cani è una parentesi. Per te è una parte della tua vita, un dolce intervallo fra mille impegni e anni da riempire di cose da fare, un breve cammino insieme ad un cane che tu ben sai, ad un certo punto, si fermerà per lasciarti andare da solo. Invece per il tuo cane, la tua vita è tutto.

(Cit dalla rete – foto dalla rete)

CI SONO STORIE CHE…

Ci sono storie che è un piacere condividere, storie che raccontano di esseri viventi su questo pianeta che hanno la fortuna di incontrarsi e di vivere insieme un percorso di vita. Breve o lungo che sia, sempre pieno di emozioni e di esaltanti semplici scoperte.

Ci sono storie che aiutano a conoscere, a comprendere e a cambiare. Questa è una di quelle! Se volete, da condividere in famiglia con il vostro bambino/a prima di spegnere la luce per il bacio della buona notte.

Potete anche spingervi a cambiare gli attori, inserire nuovi episodi, allungare la storia secondo una vostra proiezione e fantasia. Usatela come standard di narrazione sarà divertente.

Vi posso assicurare che funziona anche con i nostri Cuccioli Rhodesian Ridgeback. Nel nostro allevamento Masai Mara Kennel si va a ninna raccontando storie, favole e aneddoti a bassa voce e d’inverno con il caminetto acceso.

Charlie e il postino

Una mattina di non troppo tempo fa ero in giardino a sonnecchiare nella mia cuccia all’aperto.

Sentivo il rumore delle macchine, delle persone che passeggiavano e parlavano appena fuori il recinto.

I miei padroni erano in casa a fare non so cosa ed io ero molto felice: era una giornata davvero tranquilla!

Ma povero me, quella tranquillità sarebbe presto svanita: qualcuno stava per avvicinarsi al portoncino!

Sentii prima dei passi, poi il cigolio della cassetta delle lettere che si apriva.

Un estraneo era fermo davanti al recinto: presto sarebbe entrato, dovevo fare qualcosa!

“Un estraneo era fermo davanti al recinto…”

Schizzai come una scheggia fuori dalla cuccia e corsi verso di lui abbaiando con tutto il fiato che avevo in corpo: bau bau bau!

L’uomo che avevo davanti aveva una bizzarra giacca brillante di colore giallo ed un buffo cappellino dello stesso colore e aveva in mano tanti fogli di carta.

Una persona vestita in modo così strano doveva per forza essere un malintenzionato, perciò non mi feci più scrupoli e, infilando la testa fra due sbarre del recinto, riuscii a mordergli la caviglia e a trattenerlo per il pantalone.

Non l’avrei mollato per nulla al mondo, il cattivone l’avrebbe pagata!

Ahia! Lasciami, cagnaccio maledetto!”, gridò l’uomo per il dolore e per lo spavento, facendo un sacco di movimenti bruschi che mi facevano innervosire.

Purtroppo riuscì a liberarsi dalla mia terribile presa, corse verso il suo motorino e scappò via a tutta velocità. Peccato, mi era sfuggito… ma avevo scacciato il cattivo dal mio territorio!

“Ahia! Lasciami, cagnaccio maledetto!”

Il mattino seguente il mio padrone stava innaffiando le piante del giardino ed io ero ancora una volta nella cuccia.

Questa volta vidi da lontano i minacciosi vestiti sgargianti del postino: non aspettai oltre e corsi di nuovo verso di lui abbaiando.

Signore!” gridò il postino, chiamando il mio padrone, “Fermi questo cane, è pericoloso!”.

Il mio padrone lo guardò stupito: “Cosa? Charlie è pericoloso?

Sì, mi ha già morso ieri e se non lo ferma mi morderà di nuovo! Io voglio soltanto consegnare la posta!”, rispose l’uomo.

Mi dispiace molto, signor postino”, disse il mio padrone mortificato, “le prometto che non accadrà più. Intanto cerchi di non urlare e di non agitarsi: Charlie, come tutti i cani, non sopporta i movimenti bruschi!” Io intanto continuavo ad abbaiare finché il postino non se ne andò.

“Fermi questo cane, è pericoloso!”

Nel pomeriggio sentii i miei padroni discutere in cucina: stavano parlando di me! “Charlie ha morso il postino perché non è molto abituato a vedere persone dall’aspetto insolito”, disse la padrona, “Abbaia come un pazzo ogni volta che vede qualcuno con la barba lunga o un poliziotto in divisa. Dobbiamo fargli capire che queste persone non fanno nulla di male!

La padrona aveva ragione: le persone dall’aspetto strano mi stanno davvero antipatiche! “Portiamolo più spesso in giro, a contatto con queste persone”, rispose il padrone, “Magari ci vestiamo anche noi in modo buffo quando lo portiamo a spasso, così si abituerà più facilmente!”, concluse ridendo.

“Dobbiamo fargli capire che queste persone non fanno nulla di male!”

Le settimane successive furono davvero strane.

Ogni volta che il mio padrone mi portava in giro per la città indossava qualcosa di buffo: una sciarpa gialla, un cappello che non aveva mai messo, una felpa molto colorata.

Durante le passeggiate incontravamo poliziotti, operai con la tuta: qualcuno cercava anche di accarezzarmi! All’inizio ne avevo paura, ma poi mi abituai ed iniziai a farmi accarezzare da tutti loro.

“All’inizio ne avevo paura, ma poi mi abituai…”

Un giorno il postino tornò di nuovo di fronte al portoncino.

Aveva la stessa giacca e lo stesso cappellino di sempre. Io lo guardavo dalla cuccia: stranamente non avevo più voglia di alzarmi ed aggredirlo, non era più una minaccia per me!

Il padrone era in giardino e salutò il postino: “Buongiorno! Ha visto? Charlie non l’attacca più, lo abbiamo abituato a non aver paura delle persone in divisa!”

L’uomo sorrise e disse anche che ero un bel cagnolino: avevo sbagliato a fargli del male, non era poi così cattivo!

Da allora in poi, grazie ai miei padroni, non ho più avuto paura né dei postini, né delle persone in divisa.

Fonte: Cani.it

GOOD NEWS PER I PROPRIETARI DI ANIMALI DA COMPAGNIA, BUONE NUOVE!

Con l’ultima legge di bilancio è stato rimosso il divieto per i veterinari di prescrivere farmaci realizzati per l’uomo ed efficaci anche per gli animali da compagnia. E’ stata per anni una ingiustizia costosa senza senso. I farmaci per gli animali, spesso sono identici a quelli per l’uomo, è il costo che varia, anche di 100 volte maggiore o se ti va bene il doppio comunque molto di più. Un esempio: il Metacam, farmaco per i dolori muscolo-scheletrici, costa 4,90 per gli uomini e 52 euro per gli animali. 

Curare così il proprio cane o gatto è stato molto costoso, a volte con rammarico e senso di colpa, quasi impossibile. 

Quando la malattia si faceva cronica, il costo mensile per curare il nostro amico poteva raggiungere cifre che non tutti si potevano permette. 

Non sarà più così: da oggi il veterinario potrà liberamente prescrivere farmaci ad uso umano adattissimi anche al mondo cane/gatto. 

Così milioni di italiani e anche per lo Stato che gestisce, ad esempio, i canili, ci sarà un grosso risparmio nel bilancio comunale e pubblico.

L’impegno parlamentare delle deputate Patrizia Prestipino e Stefania Pezzopane che hanno promosso l’emendamento e l’adesione alla causa in grande maggioranza dell’emiciclo parlamentare da destra a sinistra, hanno consentito l’approvazione di questa legge. 

“Un grande risultato a costo zero che farà risparmiare lo Stato nella spesa veterinaria per i canili, le associazioni animaliste e i milioni di italiani che hanno animali da affezione, ma soprattutto favorirà le adozioni! Siamo molto felici.  Perché questo è un bellissimo regalo di Natale per i nostri amici a quattro zampe e le loro famiglie.”  – Patrizia Prestipino/Stefania Pezzopane

NOI DI  MASAI MARA KENNEL dell’allevamento amatoriale di RHODESIAN RIDGEBACK ci uniamo alla vittoria ottenuta in parlamento di una legge che mancava, e che ora approvata, da una svolta di civiltà e di solidarietà al NOSTRO BEL PAESE.

LO SPIRITO DEL LUPO

Perché scrivere un romanzo che ha come protagonisti dei cani?
Domanda lecita da fare ed alla quale voglio provare a rispondere in modo semplice.
Di solito i protagonisti dei miei racconti sono uomini e donne, le loro vite, i sentimenti, le paure…

Ho scritto anche storie fantastiche per i miei nipoti quando erano piccoli, perché proprio non ce la facevo a raccontare loro le solite favole.
In quel caso i protagonisti erano topi, formiche, criceti, scoiattoli…tutti rigorosamente parlanti e divertenti.
Ad un certo punto nella mia vita sono entrate Nike e Grace, un misto pointer ed un setter inglese, e qualcosa è cambiato.

Sono una fotografa ma ho deciso di diventare una educatrice cinofila (continuo a fare entrambe le cose) per riuscire a capire meglio
e di più di questi esseri fantastici che ho avuto ed ho la fortuna di avere accanto.
Ho capito con il tempo che sono migliori di noi, non conoscono l’egoismo, la violenza, la cattiveria gratuita.
Sono coerenti ed hanno una pazienza talmente grande che permette loro persino di sopportarci.
Non ti abbandonerebbero mai, né ti tradirebbero, il loro è un amore “assoluto”.

Le “mie ragazze”, così le chiamo, sono state buttate vie da uomini senza scrupoli, la loro vita prima di incontrarmi non è stata splendida
come quella di molti cani abbandonati, maltrattati o rinchiusi in canili lager.

Un giorno, senza neanche pensarci, mi sono seduta al pc ed ho scritto in pochi minuti il prologo del libro.
Non sapevo ancora cosa avrei voluto raccontare e come ma tutto è arrivato nella mia mente con semplicità.
Mi sono resa conto che le storie dei protagonisti de Lo Spirito del Lupo potevano essere un esempio per noi esseri umani.

Chiunque legga questo libro può ritrovare in esso qualcosa di se, un’esperienza o un sogno, indipendentemente dall’età.
Ho imparato molto di me grazie ad ogni cane che ho incontrato in questi anni, mi auguro che anche ogni lettore possa ritrovare
o scoprire qualcosa di se stesso tra le righe di questo romanzo.
Paola

 Lei è Paola Amicucci, una mia amica. Scrive da dio, é biologa é fotografa è Cinofila, una gran brava ragazza di raro talento. Leggetela e riempitevi il cuore di bene.

@paolaamicuccilibri

Copertina Lo spirito del lupo
Copertina Libro – Lo spirito del lupo

UN CUCCIOLO DI RHODESIAN RIDGEBACK, UNO DI NOI IN FAMIGLIA!

Un cucciolo di Rhodesian Ridgeback: cosa bisogna sapere

Quando ci viene voglia di adottare un cane, accettare il fatto che entri a far parte di noi, della nostra famiglia, di condividere i nostri spazi, le nostre giornate no e le nostre giornate wow, dobbiamo essere certi di quello che stiamo facendo. dobbiamo essere responsabili per la vita che andremo ad offrire al fortunato cucciolo che diventerà parte integrante della nostra vita, appunto uno di noi. Per questo ci sembra giusto e corretto per noi di MASAI MARA KENNEL che sappiate un po di cose sul mondo dei Rhodesian Ridgeback. Al primo impatto sembra un grande cane pigro, ma si rivela un cane gentile il Rhodesian Ridgeback, una piacevole compagnia di natura calma e gregaria.

Un compagno affidabile con un temperamento equilibrato e dignitoso. Un’altra caratteristica: si  affeziona con devozione al proprietario e ha un atteggiamento distaccato con gli estranei. Tutto questo e altro ancora  è  il Rhodesian Ridgeback che vanta molti ammiratori in continua crescita. Lo scoprirete insieme a noi dell’allevamento amatoriale MASAI MARA KENNEL.

RHODESIAN RIDGEBACK IN BREVE – Il Rhodesian Ridgeback proviene come razza dal Sud Africa, è anche  conosciuto come:  Cane africano cacciatore di leoni.

Caratteristiche: Orecchie pendenti (naturalmente) Aspettative: Longevità: 10-13 anni Tendenza a sbavare: bassa. Tendenza a russare: bassa. Tendenza ad abbaiare: bassa. Tendenza a scavare: bassa. Socialità/necessità di attenzione: moderate. Allevato per: caccia grossa, difesa

Mantello: Lunghezza: corto Caratteristiche: appiattito Colori: dal color frumento chiaro al frumento rossiccio Necessità generali toelettatura: basse

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Arok

La cresta sul dorso (Ridgeback) è la caratteristica distintiva di questa razza. La cresta sul dorso (Ridgeback) è immediatamente visibile ed è caratterizzata dai peli che crescono in direzione opposta a quella del resto del manto, parte da dietro le spalle e va senza interruzione fino al punto di prominenza delle anche. In alto, la cresta è formata da due corone/spire identiche e opposte una all’altra. E’ forte il Rhodesian Ridgeback, muscoloso, atletico e ben proporzionato. Ha una buona velocità ed è capace di notevole resistenza.

Personalità: Il Rhodesian Ridgeback possiede molte delle caratteristiche associate generalmente alla razza segugi, ma rispetto a loro è più tenace. Dicevamo di temperamento calmo e gentile, abbaia raramente. in apertura si sosteneva che possa dare l’impressione di un grande cane pigro, ma di suo lassa presenza è già di per se intimidatoria. Il Rhodesian Ridgeback è un cane protettore è il frutto selezionato per proteggere le famiglie e per la caccia. La sua adattabilità all’addestramento è superiore alla media. Plasmabile, intelligente facile da addestrare. Il loro naturale istinto protettivo mette in risalto la loro abilità di guardiani, Il Rhodesian Ridgeback infatti non ha bisogno di un ulteriore addestramento come cane da difesa.  L’unico addestramento utile: un elementare corso all’obbedienza per motivi di controllo.

Convivenza: Il Rhodesian Ridgeback dicevamo è un eccellente compagno, un cane estremamente tollerante, socievole. Amano la compagnia di altri cani e gatti, naturalmente se vengono cresciuti insieme. Nella vita in famiglia, evitare la presenza in concomitanza di più cani maschi perché di sicuro potrebbero lottare per imporre la leadership del più forte, non senza conseguenza da veterinario.

Capitolo bambini, Il Rhodesian Ridgeback ha un buon carattere, ma il cane e il bambino dovranno imparare a comportarsi correttamente l’uno con l’altro (aiutati dagli adulti).

I Ridgeback sono cani molto dolci, hanno un istinto protettivo nei confronti della famiglia e sopratutto nei riguardi dei bambini, sono cani da guardia eccellenti, con un forte senso di protezione ma devono sapere chi è il capo branco: la persona di riferimento incaricata alla loro cura.

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Charlotte

Non sono facili ad abbaiare, ma sono cani attenti al territorio, se notano qualcosa di strano si faranno sentire. Il Rhodesian Ridgeback è un cane forte dallo scatto atletico, scalatore e curioso tanto che la sua attenzione  può prendere il sopravvento se qualcosa di interessante succedesse oltre il loro recinto. Di solito non scavano, ma con il caldo possono fare buche fresche dove refrigerarsi in giardino. La pulizia è il loro forte, i Rhodesian Ridgeback sono estremamente puliti, non perdono pelo o comunque la perdita è minima ed emanano poco odore.

Alimentazione, mangiano di tutto l’importante è che sia sano, sono di bocca buona.  Sarà sempre necessario un monitoraggio sull’apporto calorico per evitare il sovrappeso o l’obesità.

Storia: è appellato “Cane africano Cacciatore di leoni” e proviene del Sud Africa. La sua storia risale al XVI secolo, quando i primi europei giunsero nelle terre di Capo di Buona Speranza, dove scoprirono che nella tribù dei Khoikhoi viveva un cane addomesticato che presentava una spina dorsale pelosa che cresceva andando in senso contrario, la famosa “cresta” “ridgeback”.

Il Rhodesian Ridgeback venne in seguito “ereditato” allevato dai Boeri che ambivano a selezionare un cane da caccia ben strutturato, adatto all’Africa selvaggia. Lo scopo principale era di un cane in grado di far alzare in volo le prede, atterrare quelle grandi già ferite dal colpo del cacciatore e infine proteggere la casa/fattoria. Specialmente di notte tenendo alla larga i predatori. Il Rhodesian Ridgeback  doveva essere in grado di sopportare il clima dell’Africa con la complicazione della implacabile escursione termica. Temperatura alta di giorno, freddo intenso di notte. Altresì il pelo corto tanto da evitare i parassiti, in special modo le zecche nella radura. Infine,  la resistenza alla sete, poter resistere 24 ore senza bere.

Nel 1922 nello Zimbabwe un gruppo di allevatori stabilì, di comune accordo, uno standard per il Rhodesian Ridgeback ancora oggi in vigore.

Se mi stai ancora leggendo, vuol dire che la cosa ti appassiona e che la tua volontà di prendere con voi un cucciolo è forte e convinta.

Bene in questo caso, Masai Mara Kennel – Allevamento Amatoriale ti da il benvenuto nella meravigliosa famiglia allargata dei fedelissimi Rhodesian Ridgeback.

ATHENA
AROK

 

 

COME PRESENTARSI AD UN CANE CHE NON SI CONOSCE. PRIMO: NON AVER PAURA.

 

Come presentarsi ad un cane Rhodesian? Come tutti i cani importanti, anche il Ridgeback ha un carattere estremamente calmo, equilibrato, tranquillo: purché, naturalmente, il suo riferimento umano non decida altrimenti (non esistono cani pericolosi: esistono uomini pericolosi che rendono tali i loro cani). La sera del nostro arrivo, mentre eravamo seduti a tavola, Argo è venuto ad accucciarsi ai miei piedi, con mio grande piacere e con qualche meraviglia del padrone di casa,

Vittorio: il Ridgeback infatti è un cane molto riservato, e Vittorio non aveva mai assistito ad un episodio del genere, tantopiù con uno sconosciuto. Confesso di aver provato un certo orgoglio: ma in realtà chiunque può riuscirci se segue alcune regole elementari. Per presentarsi ad un cane che non conosciamo, e che non ci conosce, è infatti necessario adottare un codice di comportamento che appaia al cane immediatamente riconoscibile. Vediamo come.

Il prerequisito di ogni incontro è, naturalmente, non avere paura. Il cane percepisce la nostra adrenalina e diventa subito sospettoso, perché una condizione di paura può preludere ad un’aggressione fisica: e la risposta, a seconda della soglia di reazione agli stimoli esterni, può arrivare facilmente al ringhio e, qualche volta, all’attacco preventivo.

Se fossimo un cane, ci butteremmo a terra immobili offrendo il collo e la pancia, cioè le nostre parti più vulnerabili, per rassicurarlo e comunicargli che non abbiamo intenzioni offensive: verremmo annusati per bene e poi, con ogni probabilità, ignorati. Non so se questa procedura può funzionare anche con un umano: nel dubbio, se avete paura dei cani non avvicinatevi ad un cane sconosciuto.

Non soltanto non bisogna avere paura, però: bisogna anche essere molto calmi, sereni e sicuri di sé. Il cane in questo modo capisce che non costituiamo una minaccia, che non abbiamo nessun timore, e soprattutto che esercitiamo una leadership naturale. Questo punto è molto importante: i cani sono attentissimi al linguaggio del corpo, che capiscono molto meglio delle parole. Una lenta camminata di avvicinamento alla Sylvester Stallone, per quanto ridicola possa apparire a noi, è perfetta per spiegare al cane che il nostro rango nel branco è molto elevato, e che dunque meritiamo rispetto e fiducia.


Per rafforzare questa immagine e definire meglio i nostri rapporti con lui, dobbiamo ignorare il cane. Proprio così: anziché avvicinarci troppo a lui o, addirittura, riempirlo di coccole (con il pericolo di scatenare una reazione indesiderata, soprattutto se ci viene in mente di carezzarlo sulla testa, cioè – nel linguaggio dei cani – di imporgli fisicamente la nostra superiorità), è bene tenersi a distanza, disinteressarsi del tutto a lui e aspettare che sia il cane ad avvicinarsi: cosa che invariabilmente farà.

Se ci pensate, anche tra noi umani le cose non stanno troppo diversamente: provate ad entrare in una stanza affollata e a percorrerla senza guardare nessuno negli occhi, e tutti si volteranno a osservarvi; se invece fissate più o meno insistentemente gli altri, si gireranno dall’altra parte.

Come presentarsi ad un cane, la mia esperienza


Ho dunque fatto la mia breve camminata alla Rambo, mi sono fermato ad un metro da Argo senza guardarlo, e subito lui ha cominciato ad annusarmi: è il modo in cui i cani fanno conoscenza con il prossimo. Vivendo con tre di loro, il mio odore credo sia piuttosto piacevole, e comunque familiare: e questo, naturalmente, è un vantaggio in più. Terminata l’esplorazione olfattiva, Argo si è allontanato soddisfatto e io ho continuato ad ignorarlo. Quando è tornato – i cani tornano sempre, perché sono animali curiosi e socievoli – l’ho carezzato sul fianco (insisto: mai sulla testa!) senza trattenerlo. La sera, come dicevo, è venuto a sdraiarsi proprio ai miei piedi, e lì è rimasto per una mezz’oretta.

Anche nei giorni successivi ho sempre aspettato che fosse Argo a prendere l’iniziativa, fino a che non è salito di sua volontà sul lettino dove stavo poltrendo per dividere con me lo spazio e regalarmi un momento di intimità che non dimenticherò. Comunicare con un cane è un’esperienza straordinaria: ma è anche straordinariamente facile. E sono molto curioso delle reazioni di Argo quando ci rivedremo – spero molto presto, perché è un cane davvero magnifico.

Fonte: Corsera

di Fabrizio Rondolino – Dal Corriere della Sera del 12 settembre 2020

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